Page 232 - Sotto il velame
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Ho io bisogno d'aggiunger verbo? Il rivolgersi a destra per andare
alle arche e per venire a Gerione non è per ciò che hanno di co-
mune la froda e l'eresia? E questo non è la depravazione dell'in-
telletto? La quale non è nell'incontinenza assoluta e nell'inconti-
nenza complicata col mal volere.
Invero se nell'inferno Dante volge quasi sempre a sinistra e nel
purgatorio a destra, egli obbedisce al concetto comune che alla
destra di Dio sono quelli che a lui si convertono e alla sinistra
quelli che da lui si ritorsero; a destra gli agnelli, a sinistra i ca-
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pretti . Il qual concetto ritrovava poi nell'ypsilon di Pitagora,
nella qual lettera la parte sinistra è la via del vizio e la destra
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quella della virtù . Dante per il suo cammino nell'inferno va a
Lucifero. Il cammino è a sinistra. Lucifero, come si dice comune-
mente del diavolo, che è alla nostra sinistra al modo che l'angelo
è alla destra, è dunque sulla man manca. E qual faccia di lui vedrà
prima il viatore? La nera; ossia la ignoranza, la depravazione del-
l'intelletto, l'intelletto volto al male. Due volte però torce a destra.
Dunque si torce dal diavolo. E chi incontra a destra? Dio. Quale
(si parla misticamente), quale delle sue faccie o persone? Quella
che siede a destra. Ed è? La Sapienza. Chè il Cristo siede alla de-
stra del Padre, sebbene questa sessione non si abbia a prendere
materialmente . E, appunto, come s'ha a prendere? In questo
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modo: che la destra significa la potestà nuova di quell'uomo su-
scetto da Dio; il qual uomo venne prima ad esser giudicato per
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venir poi a giudicare . È la potestà di giudicare, insomma che è
dimostrata da questo essere alla destra; la potestà giudiziaria per-
chè «il Padre non giudica alcuno, sì diede ogni giudizio al
574 Ev. sec. Matth. XXV 33; Zach. 14, 5; Apoc. 20, 11-13; Rom. 14, 10; Ez. 34,
17.
575 Serv. ad Aen. VI 136; cfr. p. 3 n. 1.
576 Per es. Aur. Aug. De symbolo I 16.
577 Id. ib.
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