Page 230 - Sotto il velame
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cupiscenza, al modo che lo Stige è lo scolaticcio del fiume che
non visto se non all'ultimo, passa per i cerchi dell'incontinenza
carnale; al modo che la dolce sirena è nel tempo stesso la femmi-
na balba; al modo che contro la lonza leggiera e presta molto è
dato come rimedio l'aer dolce che è rimedio ai tristi. Ebbene, se in
altri mai, quella tristizia aveva a essere nei violenti contro natura.
Dalla concupiscenza passarono alla tristizia, dalla tristizia all'ira
bestiale, dall'ira bestiale alla violenza contro Dio. Jacopo Rusti-
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cucci afferma :
e certo
la fiera moglie più ch'altro mi nuoce.
Parole non ci appulcro.
E concludo, che avanti l'arche, nel cimitero di color che hanno
mala luce, Dante ha esercitato la virtù di quel lume che si chiama
la prudenza; e che nel cerchietto della prima specie d'ingiustizia,
ha esercitato la virtù di giustizia; e che là fu riverente e pio sebbe-
ne non senza alcuno sdegno, mentre qua si mostra combattuto
dalla pietà dove l'incontinenza predomina, e tratto a sdegno dove
predomina l'ingiustizia. Di che darò la riprova nel capitolo se-
guente. E infine ripeto che in questo cerchietto s'è spenta l'ira, l'i-
ra bestiale, che è tanto nemica alla giustizia, quanto le è amica e
propugnatrice l'ira di zelo, che disserrò le porte dell'ingiustizia,
dopo aver varcata senza scorta i cerchi della concupiscenza e pas-
sata a piedi asciutti la palude della non fortezza o dismisura nell'i-
rascibile.
X.
E siamo di nuovo alla quarta ferita; di nuovo all'ignoranza o
571 Inf. XVI 44 seg.
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