Page 227 - Sotto il velame
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che Dante ne scende, come per la prima dell'incontinenza, e non
vi risale, come per l'ultima della malizia.
E vediamo ora la pietà. Nel regno proprio dell'incontinenza,
Dante mostra pietà più o meno viva, ma viva, per i peccatori vinti
dall'appetito; e più o meno morta per quelli ch'ebbero un princi-
pio di ingiustizia. Comincia col lagrimare e finisce col disprezza-
re quelli che non ebbero la giustizia originale; ha il cuore quasi
compunto nel vedere la ridda degli avari e poi si appaga del non
poterne conoscere alcuno; disprezza e respinge il loro pianto e si
diletta a vedere attuffare quelli dello Stige che non ebbero la for-
tezza necessaria alla giustizia. Nel primo cerchietto dell'ingiusti-
zia tipica, ma che tale è per un'incontinenza d'ira bestiale, mostra
pietà più o meno viva per quelli in cui l'incontinenza predominò;
più o meno severità per quelli in cui predominò l'ingiustizia. Nes-
sun cenno di pietà per gli omicide e predoni: essi sono i rei più si-
gnificativi di mala giustizia e d'inordinata vendetta. Grande pietà
per il suicida fatto ingiusto dall'animo. Carità, ma del natio loco
più che di lui stesso, per colui che fe' giubbetto a sè delle sue
case. Nel terzo girone Capaneo è aspramente rimbrottato, gli usu-
rieri sono pienamente spregiati. Ma riverenza, pietà, amore mo-
stra il Poeta della rettitudine per quelli che sono tra Capaneo e gli
usurieri; sebbene lerci d'un brutto peccato. Dunque nel peccato di
Brunetto e delle tre ombre vede predominare l'incontinenza, in
quello degli altri l'ingiustizia.
Ma come? Due volte, nell'esporre il peccato dei violenti contro
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Dio, Virgilio dice «col core», cioè con l'appetito . Egli dice «col
core»: dunque, per incontinenza, vuol dire. E dunque l'inconti-
nenza deve in questo peccato predominare e meritargli pietà. Sì;
ma questo peccato è pur detto di malizia, di malizia con forza,
cioè d'ingiustizia violenta. Dunque l'aggiunta «col core» non si-
gnifica un attenuamento d'esso rispetto ai peccati d'incontinenza,
la quale men Dio offende che la malizia; sì un attenuamento ri-
566 Vedi in «La selva oscura» p. 26. Inf. XI 47, 51.
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