Page 203 - Sotto il velame
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gione di quel fatto? Perchè approvare, sancire, lodare la giustizia,
di Dio particolarmente per gl'ignavi, per gli avari e massime per
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gl'infirmi del brago ? C'è una ragione dottrinale, oltre la ragione
del sentimento? Chè si tratta proprio di questo fatto: riconoscere
la giustizia di Dio nella pena di questi peccatori più marcatamente
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che in quella di altri. Dice Virgilio degli ignavi :
Misericordia e giustizia gli sdegna;
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Dice degli avari :
In eterno verranno alli due cozzi...
E prima Dante e poi Virgilio ributtano il pien di fango nel suo
fango e nella sua pena: Rimani! Via costà! Di più Flegias, il bar-
caiuolo dello Stige, è colui che grida nell'inferno Virgiliano: Im-
parate giustizia! Di più gli avari e prodighi sono concepiti come
tali che si siano affannati e «rabbuffati» per contrastare alla «mi-
nistra e duce» che permuta li ben vani: ella ha un occulto giudi-
zio, ella giudica. Già notai come il mal tenere è principio d'in-
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giustizia; chè non può alcuno abbondare senza che ad altri man-
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chi. Dice Dante altrove che nell'avvenimento delle ricchezze
«nulla distributiva giustizia risplende». All'ingresso di questo cer-
chio è Pluto, che è detto maledetto lupo e il gran nemico; che è
perciò l'avarizia, o meglio cupidità, in quanto riesce a mala volon-
tà, cioè a ingiuria. E gl'ignavi, perchè non operarono, furono, sì,
privi di ogni virtù, ma specialmente di quella a cui le altre virtù
485 Il lettore tenga poi presente ciò che intorno all'Argenti scrissi nella Miner-
va oscura. Dante s'è qui ispirato al Palinuro Virgiliano che iniussus (Aen.
VI 375) vorrebbe passar lo Stige. Così l'Argenti; iniussus, perchè, analoga-
mente agl'ignavi, giustizia lo sdegna.
486 Inf. III 58 seg.
487 Inf. VII 55.
488 Inf. VII 61 segg. 83, 86.
489 Conv. IV 11.
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