Page 198 - Sotto il velame
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           vero dice :

                                     Tu perch'io m'adiri
                              non sbigottir, ch'io vincerò la prova.


           E se adirarsi a qualcuno non paia essere quel che accendersi d'ira
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           o usare ira, ecco che Virgilio si spiega meglio :

                              la città dolente
                              u' non potemo entrare omai senz'ira.

              E non è ira quella di Dante quando dice a Filippo Argenti :
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                                         Con piangere e con lutto,
                              spirito maledetto ti rimani?

           Virgilio, per quest'atto, lo chiama: Alma sdegnosa. E non è ira
           quella del Maestro quando dice: Via costà con gli altri cani? E se
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           il disdegno  de' diavoli che parlano «stizzosamente» è ira o giù
           di lì, come non è ira quella del Messo del cielo? Dice di lui Dan-
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           te :

                              Ahi quanto mi parea pien di disdegno!

           E non suonano ira le sue parole ai cacciati del cielo? Nel brago
           dunque e Dante e Virgilio e questo Messo, di cui le irose parole
           sono dette sante? Nel brago anche Dio? Non ha ira anche Dio ?
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           E si fa dolce nel suo segreto, quest'ira, che si esercita contro
           ognuno che venga all'Acheronte. E questo sarebbe il suo proprio
           464   Inf. VIII 121.
           465   Inf. IX 32 seg.
           466   Inf. VIII 37 seg.
           467   ib. 88, 83.
           468   Inf. IX 88.
           469   Per limitarci, cfr. Inf. XI 74, Purg. XX 96, Inf. III 122.


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