Page 186 - Sotto il velame
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peccato cioè alla carne, sconquassò la porta, e passò l'Acheronte.
           D'allora in poi tutti i viventi, che vogliano morire alla morte, pos-
           sono far quello ch'esso fece: entrar da quella porta e passar l'A-
           cheronte. Ma poichè quell'entrare e quel passare significano mori-
           re alla difficoltà o viltà e all'ignoranza originali, e in esse sono in-
           cluse tutte le deformità conseguenti al primo peccato, così ogni
           vivente (s'induce dall'esempio di Dante) può, volendo, prender
           via per le altre rovine, che sono effetto, come la rottura della por-
           ta, della Redenzione medesima, e passar gli altri fiumi che sono
           la continuazione dell'Acheronte, che sono l'Acheronte con altri
           nomi. Onde solo dei passatori dell'inferno Caron non lo tragitterà,
           perchè egli è il barcaiuolo, per così dire, del peccato originale, os-
           sia della seconda morte in genere; e non può egli tragittare chi a
           questa seconda morte muore, invece di morirne. Gli altri sì, lo tra-
           gitteranno, perchè egli il fiume l'ha già passato virtualmente, e
           non valgono, quindi, contrasti più e dinieghi, quando si sappia
           ch'egli non lo passò morendo della seconda morte, come l'avreb-
           be passato se l'avesse tragittato Caron, ma morendo alla seconda
           morte, come lo passò il Cristo, cioè rinascendo e vivendo.
              Dante dunque passerà i tre fiumi, trasportato dai loro passatori,
           i quali non si possono diniegare a un morto alla seconda morte.
           Ora questa seconda morte si assomma nella difficoltà e ignoranza
           originali; ma questa difficoltà e ignoranza si specificano in concu-
           piscenza, infermità, malizia, ignoranza (in senso speciale e deri-
           vato). Passando i fiumi che rappresentano queste vulnera naturae,
           Dante muore a esse, come passando l'Acheronte muore alla vul-
           neratio primitiva. Ora là egli muore alla vulneratio originale, per
           dir così e sebbene paia risibile detto, in due tempi. La sua viltà o
           infermità o difficoltà muore nel vestibolo, sull'entrare dalla porta
           disserrata; egli riacquista la discrezione o prudenza, ossia muore
           alla ignoranza, passando l'Acheronte. Succede così anche nel ri-
           manente del suo viaggio?





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