Page 149 - Sotto il velame
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IL CORTO ANDARE
I.
La lonza impediva il cammino di Dante; ma egli già bene spe-
rava. E allora gli venne contra il leone, e, subito dopo, la lupa. A
Virgilio Dante indica la lupa, come la bestia per cui si volse: a
Dante Virgilio parla di quella fiera come di tale che gli tolse «il
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corto andar del bel monte» . Al cenno di Dante che gliela mo-
strava, l'anima cortese mantovana aveva esclamato, dopo averlo
veduto lagrimare:
A te convien tenere altro viaggio.
Dante era uscito dal profondo della selva; non era più nella
notte; non era più immerso nel sonno. Il suo animo vedeva ciò da
cui doveva fuggire e ciò a cui doveva cacciare: dalla selva, verso
il colle. Era mattino: il sole illuminava il bel monte. Dante aveva
riacquistata la prudenza.
La lonza è l'incontinenza di concupiscibile e d'irascibile. Dante
ha speranza di vincerla. È dunque armato della virtù o delle virtù
che ci vogliono contro quella. In vero «aveva una corda intorno
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cinta» . Dice altrove che l'appetito, che concupiscibile e ira-
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scibile si chiama, è guidato dalla ragione con freno e con isproni;
e il freno si chiama temperanza e lo sprone fortezza. Invero Dante
era nel mezzo della vita e nel bel mezzo della gioventù; nella qual
343 Inf. I 88, II 119 seg.
344 Inf. XVI 106.
345 Conv. IV 26.
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