Page 154 - Sotto il velame
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la quale ci conduce «nel governo del mondo», appunto. Il valore
è il complesso delle virtù, il cui uso è necessario per quella vita o
per quel cammino. Salir su sarebbe prova di valore. «Or va su tu,
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che sei valente» dice Belacqua . A Dante il suo valore non gio-
vò, ed era ripinto, dalla bestia senza pace, là per la piaggia diser-
ta. Quella bestia gl'impediva la strada del mondo.
Ora a Marco Lombardo Dante parla, ripetendo e chiarendo le
parole di lui, quelle intorno al mondo e al valore. Dice:
Lo mondo è ben così tutto diserto
d'ogni virtute, come tu mi suone,
e di malizia gravido e coperto.
La piaggia diserta, su cui si avanza a poco a poco la lupa, è dun-
que il mondo coperto di malizia: malizia o ingiustizia o frode che
è la stessa cosa; malizia o cupidità, che tornano alla stessa cosa,
come effetto a causa, causa ad effetto. Chi avrebbe potuto sbratta-
re dal mondo, ossia dal cammino della vita attiva, la malizia, e
fare che rifiorissero nel deserto le virtù, che ad essa vita attiva si
convengono?
Sono esse le quattro virtù cardinali, tra cui una «ordina noi ad
amare e operare dirittura in tutte cose», un'altra è «conducitrice
delle morali virtù» : la giustizia e la prudenza. Abbiamo veduto
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che la prudenza è figurata nella luna tonda, che non nocque a
Dante per la selva. La giustizia è figurata in quello da cui la luna
riceveva la luce di grazia; nel sole che illuminava il colle, sul
mattino di quella notte. Il pianeta
che mena dritto altrui per ogni calle
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è Dio giustificante , Dio che infonde la giustizia, la quale ci or-
362 Purg. IV 114.
363 Conv. IV 17.
364 Vedi più su «La selva oscura» VII.
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