Page 158 - Sotto il velame
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sol tace»; dove non è libero arbitrio; nella selva della servitù. Chi
avrebbe liberato Dante da codesto ritorno al servaggio? Intendo,
senza mutar cammino. Il Veltro. Ebbene l'imperatore è colui che
guarda la libertà degli uomini; la libertà, che è il maggior dono di
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Dio, la libertà cui avendo, il genere umano è disposto il meglio .
E il genere umano solo sotto l'impero del Monarca è libero, che
solo allora è per sè e non per altrui; solo allora si drizzano le «po-
litiae iniquae». Infine come la lupa è bramosa dell'altrui e ciba
terra e metallo, mentre il profetato Veltro è senza cupidità; e come
la lupa significa il disordine nell'intelletto e nel volere e nell'appe-
tito, mentre il Veltro è sapiente e bene avvolontato e bene dispo-
sto delle potenze della sua anima sensitiva; e come la lupa uccide
mentre il Veltro salva; così al modo che la lupa vien dall'inferno,
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il Veltro viene dal cielo. Non lo chiede al cielo Dante ?
O ciel, nel cui girar par che si creda
le condizion di quaggiù trasmutarsi,
quando verrà per cui questa disceda?
questa, cioè la lupa antica. E non è messo da Dio il «cinquecento
diece e cinque» che vede ancidere la fuia, la quale è una lupa, è la
lupa? E stelle portano il tempo del dux, come è messo da Dio:
vien dal cielo. Onde si fa molto probabile l'antica spiegazione del
verso
e sua nazion sarà tra feltro e feltro,
che il Laneo, per esempio, interpreta «tra cielo e cielo, ciò vuol
dire per constellazione».
Ora che da Dio sia l'autorità imperiale, e che «quel sommo uf-
ficiale» che è l'imperatore, sia eletto «da quel consiglio che per
84 e Conv. III 7).
377 De Mon. I 14.
378 Purg. XX 13 segg.
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