Page 155 - Sotto il velame
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dina «a operare dirittura in tutte cose», come a dire, ci mena dritti
           per ogni calle. L'una e l'altra gli uomini hanno bisogno di trovare
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           «quasi architectonice» nel principe . In loro hanno da essere, le
           due virtù, in modo secondario e quasi amministrativo o esecutivo;
           ma se non c'è l'architetto, le virtù dei mastri e de' manovali, per
           quanto esperti e attenti, non riescono a bene costruire l'edifizio
           sociale. Dante, nel suo poema e nelle altre opere, esprime molte
           volte questo concetto, ora chiarendolo dal punto della prudenza,
           ora da quello della giustizia, e riuscendo sempre al medesimo.
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           Quando egli dice che il mondo deve avere il suo sole , che gli
           faccia vedere la strada, ha di mira la superior prudenza, la pruden-
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           za regnativa; quando fa dire a Beatrice che l'alto Enrico  verrà
           «a drizzare Italia», ha di mira quella superior giustizia che si chia-
           ma legale; la giustizia che mena dritto o drizza. Tutte e due ha nel
           pensiero quando fa esporre da Marco Lombardo le vicende dell'a-
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           nima semplicetta , la quale

                              di picciol bene in pria sente sapore;
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                              se guida o fren non torce suo amore.

              La guida è la prudenza del principe; il freno, la giustizia lega-
           le, che fa pure capo al principe. Il freno è la giustizia legale:

                              onde convenne legge per fren porre;


           la guida è la prudenza regnativa:

                              convenne rege aver che discernesse
                              della vera cittade almen la torre.

           365   Concetto Aristotelico. Vedi Summa 2a 2ae 50, 2; 58, 6.
           366   Purg. XVI 106 segg.
           367   Par. XXX 137.
           368   Purg. XVI 91.


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