Page 147 - Sotto il velame
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diviene invidia, passando per la tristizia. Se invidia è malizia (può
           dire alcuno), come certo è amor del male, non però è tutta la mali-
           zia. Sta bene: causati dall'amor del male sono altri due peccati: l'i-
           ra e la superbia. In essi ciò che è tristizia nell'invidia, è onta per
           ingiuria e speranza d'eccellenza. Or bene dall'onta per ingiuria,
           passando per la tristizia, si giunge, vedo, alla violenza contro sè:
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           esempio Pier della Vigna . È ira questa? Forse . E dalla speran-
           za d'eccellenza si traversa la tristizia per giungere alla superbia?
           Non pare: nella superbia, l'aversione da Dio è sincrona, direi, con
           la conversione al bene che non è bene. Il Perverso alzò le ciglia e
           fu travolto: in un istante fu converso alla sua eccellenza e averso
           da Dio.
              Che posso qui concludere? Che essendo nella lupa la cupidità,
           vi si trovano (dei peccati del purgatorio, diremo) l'avarizia che è
           una cosa con la cupidità; e i tre peccati d'amor del male, perchè la
           cupidità è l'avarizia che si torce al male: dunque l'ira e l'invidia e
           la superbia. Poi, se non altro, perchè c'è l'invidia, vi si trova anche
           la tristizia, da cui l'invidia si genera; e perchè c'è la tristizia o ac-
           cidia, vi si trova anche la concupiscenza da cui ella deriva; cioè la
           lussuria e la gola.
              Nel tempo stesso la lupa è la frode, che è un peccato di disor-
           dine sì nell'appetito sensitivo e sì nella volontà e sì nell'intelletto;
           e perciò comprende la violenza, che è disordine nell'appetito e
           nella volontà, e ha per simbolo il leone; e perciò comprende an-
           che l'incontinenza, che è disordine nell'appetito soltanto. Non ab-
           biamo già un indizio che le tre disposizioni equivalgono ai sette
           peccati mortali? Ma resti a ogni modo questa conclusione: che la
           cupidità la quale conduce al mal volere, cioè diventa malizia o in-
           giustizia, è quello stesso amor del male che conduce, nel purgato-
           rio, ai tre peccati d'ira, invidia e superbia: che il leone e la lupa fi-
           gurano questa cupidità divenuta malizia; il leone, senz'intelletto;


           340   Inf. XIII 70 segg.
           341   Vedi Minerva Oscura, e più avanti.


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