Page 145 - Sotto il velame
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           dall'immutevole . In alcuni è primo il volgere, in altri è primo il
           torcere; ma, salvo che nel peccato veniale, l'un atto è seguito dal-
           l'altro. Ora del peccato, considerato in genere, è una radice e un
           inizio: la cupidità e la superbia. Se si considera il peccato sotto lo
           aspetto del volgere il viso, a capo del peccato è la cupidità; se si
           considera, sotto l'aspetto del torcere il viso, a capo si trova la su-
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           perbia . Così avviene che considerando la lupa, sotto lo aspetto
           della conversione, cioè della sua fame, del suo agognar terra e
           peltro, ella è l'avarizia o la cupidità; considerandola, sotto l'aspet-
           to dell'aversione, ossia della sua malvagità e reità, e del depredare
           e del far grame le genti, ella è... diciamo, la frode o la malizia. E
           così la lonza, sotto il primo aspetto, è concupiscenza; sotto il se-
           condo, è tristizia o accidia. Chè accidia è rattristarsi del bene divi-
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           no . Or questo rattristarsi è a piccola distanza dall'aversione to-
           tale e contumace. L'occhio già si mostra disgustato: presto si vol-
           gerà altrove. E la lonza, che già è tristizia, diverrà malizia. L'in-
           continenza di concupiscibile insomma divien malizia, passando
           per l'incontinenza d'irascibile che è la tristizia. Del che abbiamo
           una riprova nel fatto che nel secondo girone della violenza è puni-
           to chi


                              piange là dove esser dee giocondo,

           cioè chi uccide sè o dissipa le cose sue. Questi peccatori, in vero,
           da che si partirono e per qual via giunsero al loro reo? Prendiamo
           i dissipatori. Essi cominciarono, mettiamo, con essere prodighi;
           poi caddero nella tristizia di quei fitti nel fango, e piansero sotto il
           sole che rallegra l'aer dolce, e giunsero al loro atto violento, cioè
           di malizia con forza. E noi vediamo un altro peccato generarsi


           334   Summa: passim per es. 1a 2ae 73, 5.
           335   Summa 1a 2ae 84, 2. Ed è concetto accolto da Dante che, come assomma
              le cause della perdizione nella cupidigia, così dice che principio del cadere
              fu la superbia (Par. XXIX 55).
           336   Summa 2a 2ae 35, 2.


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