Page 140 - Sotto il velame
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La divina potestate,
                              la somma sapienza e il primo amore .
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           Non vuole il poeta dire che il veltro sarà simile a Dio? ritrarrà da
           Dio da cui ha da venire? E così la lupa rassomiglierà al Perverso
           che cadde di lassù, e ha tre capi come Dio ha tre persone: il ver-
           miglio amor del male in mezzo al bianco e giallo appetito del pro-
           prio bene e al nero intelletto che serve al tristo fine dell'ingiuria.



                                         IX.

              Come la lonza è concupiscenza in atto e tristizia in potenza,
           così la lupa è avarizia in principio e frode in effetto. Il che ci è
           mostrato dal Poeta con sue parole, quando a papa Niccolò cupido
                                                                      313
           e perciò simoniaco e quindi punito tra i fraudolenti, egli grida :
                                    la vostra avarizia il mondo attrista
                              calcando i buoni e sollevando i pravi.

              Non è certo punito quel papa che per mal tenere. L'avarizia di
           lui era diventata peggior male; come è facile che divenga in tutti,
           poichè ella da sè ha già qualche cosa d'ingiusto. Tuttavia spesso
           rimane un mal tenere e, aggiungiamo, un mal dare. E allora ella è
           colpa, come più lieve, così più vituperosa. Gli avari e prodighi
           semplici rassomigliano in vero agl'ignavi del vestibolo e ai tristi
           del brago: sono bruni a ogni conoscenza: di loro non si fa nome.
           E così a me pare che, anche per questa ragione, il proprio nome
           della lupa sia frode e non avarizia; perchè anche la lonza è concu-
           piscenza e non tristizia. Il senso precipuo e dominante delle due
           fiere è dato, mi pare, nell'una dal suo principio, nell'altra dal suo

           312   Inf. III 4 seg.
           313   Vedi per ciò Minerva Oscura. E ci torneremo anche qui.


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