Page 141 - Sotto il velame
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effetto; perchè nell'una e nell'altra la tristizia è innominabile e in-
           conoscibile; e la tristizia della prima è effetto, e della seconda
           causa.
              Ora questa causa della frode è detta sì, e l'abbiamo veduto,
           avarizia; ma ha, e l'abbiamo pur veduto, un altro nome: cupidità o
           cupidigia. Si può anzi dire che questo nome non si dà mai all'ava-
           rizia che resta avarizia cioè mal tenere e mal dare. Cupidità è
           sempre l'avarizia germinante in colpa maggiore. Cupido è papa
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           Niccolo, che è tra i simoniaci ; cupide sono le vele del nuovo Pi-
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           lato, che non è certo reo di solo mal tenere ; cupido è l'occhio
           della meretrice, la quale in senso proprio è almeno almeno come
           Taida che non rotola pesi ma è attuffata nello sterco . Cupidigia
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           è quella di Alberto Tedesco e di suo padre ; e anch'essa non è
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           quell'avarizia, certo, che fa sozzi in vita e bruni in morte. E in fine
           la cupidigia è un pelago in cui s'affondano i mortali , e la cupidi-
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           tà è quella che «si liqua» nell'iniqua volontà . Inoltre è detta cie-
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           ca, nel cominciarsi a parlar de' violenti , e cieca, a proposito de-
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           gl'italiani non disposti ad accogliere l'alto Enrico ; e mala , a
           proposito dei cristiani che non si lasciano guidare dal vecchio e
           nuovo testamento e dal pastor della chiesa. Da tutti questi luoghi
           si rileva che la cupidigia è bensì peggiore dell'avarizia che resta
           avarizia, e tuttavia che anch'essa è un principio di male, non il
           male stesso. In verità Beatrice ne parla ragionando delle prime
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           tendenze dell'animo e dello sviarsi dell'umana famiglia . Dice
           d'essa che affonda sotto sè i mortali, ma dice ancora che chi se ne
           314   Inf. XIX 71.
           315   Purg. XX 93.
           316   Purg. XXXII 154.
           317   Purg. VI 104.
           318   Par. XXVII 121.
           319   Par. XV 3. Vedremo, che è di Aur. Aug. de lib. arb. III 48.
           320   Inf. XII 49.
           321   Par. XXX 139.
           322   Par. V 79. Cupido è usato anche in senso buono in Par. V 89.
           323   Par. XXVII 121 segg. Vedi più sopra.


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