Page 132 - Sotto il velame
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Di malizia? Perchè allora Dante non scinse la corda al primo
           ingresso nel regno della malizia? perchè non ingannò con essa il
           Minotauro che pare il simbolo della prima specie di malizia cioè
           della violenza? Invero la lussuria che divien Soddoma, la prodi-
           galità che diviene scialacquo, l'avarizia che diviene usura, per non
           dir d'altro, sono punite appunto nel primo dei tre cerchietti. Anda-
           va detto prima questo trasformarsi dell'incontinenza in malizia.
              Il fatto è che Dante ha espressa la sua dottrina, dove ella pote-
           va esprimersi più compitamente: dove ha messo il serpente tenta-
           tore che è a capo della frode come Lucifero è in fondo. Egli non
           voleva solo dire che l'incontinenza assoluta conduce a tale o tal
           altro peccato; ma che ella inquina o disordina la ragione. Or la ra-
           gione è volontà e intelletto. Bene: i dannati del primo cerchietto
           non peccarono con l'intelletto. La frode sola è dell'uom proprio
           male . I peccati di quei violenti somigliano a quelli che può
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           commettere anche una bestia; quelli dei fraudolenti, no. Perchè
           quelli dei violenti sì? Sono rei di malizia; e d'ogni malizia ingiu-
           ria è il fine. Può essere il fine in un atto di bestia? Non può esse-
           re. Il fine è l'obbietto della volontà . La volontà non è nei bruti.
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           Dunque nei loro atti non può essere il fine. E tuttavia la volontà
           senz'intelletto, spinta ciecamente a un fin di male, ha qualche
           cosa dello émpito d'una belva infuriata. Ora i violenti hanno vo-
           lontà poichè hanno un fine, ma non hanno intelletto, perchè il
           loro non è proprio male dell'uomo. E dunque, se essi valgono a
           dimostrare che l'incontinenza si muta facilmente in Soddoma e
           Caorsa e vai dicendo, non valgono a dichiarare questa legge più
           generale: che alla sfrenatezza dell'appetito tien dietro la deprava-
           zione dello spirito, cioè della volontà e dell'intelletto. O non ab-
           biamo veduto che, appunto nella lonza, Dante assegnando come

           300   Inf. XI 25.
           301   Inutile recare testi. Tuttavia vedi Summa 1a 48, 1, 1a 2ae 1, 1 etc. I violen-
              ti, per la mancanza d'intelletto, vengono a rassomigliare, come vedremo,
              più agli incontinenti che sono sopra loro, che agli altri maliziosi che sono
              più sotto.


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