Page 130 - Sotto il velame
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lombi, se altre cose può significare, questa sopra tutte significa,
l'obbedienza o il freno della carne e della concupiscenza, la servi-
tù di essa, la vittoria su essa. Or, nel cenno di Virgilio e nel salir
su, della sozza imagine di froda, non è esemplato questo primo
dramma umano? che il diavolo fece sua preda dell'uomo, perchè
questi si tolse quel freno, liberò quella schiava, mutò quell'obbe-
dire della carne e quel dominare della mente?
E il diavolo rappresenta il peccato. E Gerione è imagine di fro-
da. E froda è malizia di cui ingiuria è il fine. Ebbene, il suo salir
su al vedere gettata la corda, significherà che, in quel primo pec-
cato, col disubbidir della carne, ebbe luogo una colpa di questa
malizia che ha per fine l'ingiuria, una colpa d'ingiustizia. È ciò
torna perfettamente. Adamo «tra le delizie del paradiso non volle
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osservare giustizia» e perciò la sua carne divenne carne del
peccato.
Dal suo peccato derivò in lui e ne' suoi figli quella lotta per la
quale la mente o la ragione cercò di riassoggettare e riprendere la
carne ribelle e fuggita dall'obbedienza e dalla servitù. Diceva S.
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Paolo : «Vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte
contro la legge della mia mente, e che mi fa prigione (captivan-
tem) nella legge del peccato che è nelle mie membra. Me
infelice!...». La carne combatte contro lo spirito. Chi vincerà? Se
l'uomo non riesce a frenar quella, essa assoggetterà lo spirito che
deve essere suo padrone. Dal peccato della carne nascerà il pecca-
to dello spirito; dalla corruzione carnale la corruzione spirituale.
E questo ha voluto dir Dante, io penso. Ed è concetto esattissimo.
La concupiscenza, viziata dal peccato dei primi parenti, trasmette
nella prole il peccato originale; ed è quella libido per la quale
l'appetito sensitivo non si contiene sotto la ragione: è l'incontinen-
za, insomma; e questa conduce a peggior male . Nè occorre, cre-
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295 id. ib. 55. E altrove.
296 ad Rom. 7, 23.
297 Summa, passim: p. es. 1a 2ae 82, 4.
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