Page 119 - Sotto il velame
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Dio è il falconiere, che al generoso falcone mostra, prillando, il
piumato richiamo delle spere che girano: le cose belle ch'egli
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muove. Il camminare quindi, cioè il vivere operosamente , e il
contemplare le bellezze dell'universo, è rimedio contro l'antica
strega. E non è il medesimo, che contro la tristezza? E non è il
medesimo che contro la lonza? E dunque la lonza è incontinenza.
E dunque la tristizia dei fitti nel fango sta alla lonza, come la fem-
mina balba e zoppa e monca e guercia e pallida e cascante sta alla
dolce sirena ch'ella diventa sotto lo sguardo del sognatore.
V.
L'antica strega è l'incontinenza potenzialmente ed effettual-
mente. Quale incontinenza? Chè ella è di due specie: di concupi-
scibile e d'irascibile. E bene Dante così la distingue nel Convivio
e nella Comedia.
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Nel Convivio dice: «Questo appetito, che irascibile e concu-
piscibile si chiama, quanto ch'esso sia nobile, alla ragione ubbidi-
re conviene, la quale guida quello con freno e con isproni; come
buono cavaliere lo freno usa, quando elli caccia; e chiamasi quel-
lo freno temperanza, la quale mostra lo termine infino al quale è
da cacciare; lo sprone usa, quando fugge per lo tornare al loco
onde fuggir vuole; e questo sprone si chiama fortezza, ovvero
magnanimità, la qual vertute mostra lo loco ove è da fermarsi e da
pungere (meglio pungare)». Ed esempla l'uso del freno e dello
sprone con lo eroe dell'Eneide, il quale si partì da Didone; e que-
sto è l'uso del freno; ed entrò nell'inferno, e questo è l'uso dello
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sprone. Altrove , della fortezza dice che è «arme e freno a mo-
derare l'audacia e la timidità nostra nelle cose che sono corruzio-
263 Di questo senso ovvio del camminare si darà un saggio poi.
264 Conv. IV 26.
265 ib. 17.
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