Page 118 - Sotto il velame
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e degli occhi, e il camminar barcollando e l'inettitudine al lavoro:
più, pensiamo noi, delle due prime che dell'ultima. A ogni modo,
nell'inferno Dante presenta gli avari, come stati guerci, e come ri-
surretturi coi pugni chiusi; e i golosi pone a giacere:
elle giacean per terra tutte quante,
e li dice poco in gambe e biechi e ciechi:
gli diritti occhi torse allora in biechi:
guardommi un poco, e poi chinò la testa;
cadde con essa a par degli altri ciechi:
guardatura e atto e caduta di ebbro, pieno di crapula e di sonno.
Sì che noi possiamo affermare che nella antica strega sono tutte le
note dell'incontinenza di concupiscibile, o come effetti nella vita
stessa, o come effetti, non dissimili, oltre la vita, nel luogo della
pena. È dunque l'accidia, questa femmina balba; l'accidia effetto,
e l'accidia causa dell'incontinenza.
È l'incontinenza potenzialmente ed effettualmente. E il concet-
to è tanto semplice quanto vero. Colui che non opera è soggetto
alle tentazioni della carne; colui che cede alle tentazioni della car-
ne, cade nell'ozio e nella inerzia, e debilita l'anima e corrompe il
corpo, finchè diviene un carcame che puzza.
A questa incontinenza potenziale ed effettuale, a questa accidia
causa ed effetto d'incontinenza, qual rimedio si propone? Dice
Virgilio a Dante, dopo avergli significato l'essere dell'antica stre-
262
ga :
Bàstiti, e batti a terra le calcagne,
gli occhi rivolgi al logoro, che gira
lo rege eterno con le rote magne.
262 Purg. XIX 61 segg.
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