Page 113 - Sotto il velame
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sim) si avanza verso l'ovile»; e tante altre astuzie trova ! A poco
a poco, ricordiamo!
Rifiutando la vulpecula ciceroniana, Dante trovò una bestia
non solo, per l'astuzia, consimile alla volpe, non solo più della
volpe spaventevole e rapace; ma più atta, come leopede, a far
compagnia al leone, e, come solito simbolo del diavolo, più atta a
significare quella, direm così per ora, generale corruzione, da cui
doveva liberare l'umile Italia un veltro che si nutrisse di «sapienza
e amore e virtute»; veltro di ben alta natura, eppure non d'altra
natura che di cane quale è interpretata da quei mistici: «Medico
molto è detto il cane (salute, almeno, degli ammalati dunque) per-
chè chi gli altri regge (qui praeest aliis), deve vegliare agli studi
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della sapienza ed evitare a ogni modo la crapula» : già deve ci-
bare sapienza, non terra nè peltro.
E qui basti concludere che Dante ha sostituita la volpe con la
lupa, non per esprimere un pensiero diverso da quello di Cicero-
ne, ma per esprimerlo più fortemente. La volpe insidia i pollai,
come il lupo gli ovili; ed avida è quella, come è questo; eppure a
nessuno verrebbe in mente, se qui fosse volpe e non lupa, di dire
che la volpe non significasse la frode, e significasse, mettiamo il
caso, l'avarizia.
IV.
La lonza non è in Cicerone, come nè l'incontinenza. A raffigu-
rare l'incontinenza, Dante cercò fiera meno fiera. E meno fiera
delle altre due è la lonza, sia ella il leopardo o la lince o la pante-
ra. E più speciosa, anche, poichè ella ha il pel maculato e la pelle
gaietta o dipinta . Si può certo interpretare diversamente questa
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252 L. c. p. 67 e 68.
253 L. c. p. 87. E di ciò più avanti.
254 Inf. VI 108.
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