Page 109 - Sotto il velame
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           in modo che l'uomo si fa ingiusto contro sè giusto , e sì persino
           contro Dio, che è tanto alto e tanto sicuro! E la frode ha cupidigia
           di tante cose, quante vediamo essere state bramate dai tanti diver-
           si peccatori di Malebolge e della Ghiaccia; danaro, per esempio,
           dai ladri, dai barattieri, dai simoniaci; grazia, per esempio, dagli
           ipocriti; fama, per esempio, dai pravi consiglieri; onore e podere,
           per esempio, dagli uccisori di Cesare. O non sono codeste brame
           le tutte brame della lupa? e quell'unica brama la rabbiosa fame
           del leone? E la lupa ha natura malvagia e ria, sì che non empie
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           mai la sua voglia ; e il leone, no: questa natura non l'ha, questa
           voglia inesplebile non l'ha. In vero la voglia di vendetta con la
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           vendetta si compie, se non è così matta da volgersi contro Dio ;
           chè allora è infinita anche essa; perchè inafferrabile è Dio, o folli
           e ciechi e bestie!
              E insomma non pare a ognuno che la malvagità e reità della
           lupa in confronto della rabbia del leone, messe in relazione, quel-
           le e questa, con la fame che è in tutte e due le fiere, non segnino
           la gradazione che è tra la frode e la violenza?

                              D'ogni malizia...
                              ingiuria è il fine, ed ogni fin cotale
           240   Inf. XIII 72.
           241   Molto qui sarebbe da aggiungere, che aggiungerò più oltre. Per ora riman-
              do alla Minerva Oscura. E quel che qui dico, è forse già troppo. Tuttavia
              non posso tenermi di rispondere meglio, ma come per anticipazione, al
              quesito: Perchè la lupa è insaziabile? La lupa è insaziabile, perchè la frode,
              quale ciceroniamente la chiama Virgilio, è cristianamente invidia e super-
              bia. Ora l'invidia si fa magra alterius rebus opimis e la superbia asseta (la
              superbia ch'asseta: Par. XIX 121), il che è come dire che affama: non sbra-
              ma insomma mai la cupidigia, ch'ell'ha, in grado supremo, di podere, gra-
              zia, onore e fama, quale ha l'invidia, ma solo in confronto degli altri uomini
              e non anche di Dio. Ed ecco perchè la lupa è magra e insaziabile.
           242   E così assomiglia alla superbia che asseta e affama eternamente. E questa
              è la ragione per cui Dante, come vedremo, chiama superbia l'ira di Capaneo
              e di Vanni Fucci, e orgoglio quella, vuota d'effetto, cioè accidia, di Filippo
              Argenti.


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