Page 117 - Sotto il velame
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pensava a quel sogno. L'angelo, con le ali di cigno, sventolò su
lui le penne, e cantò: Beati qui lugent. Non erano, Dante e Virgi-
lio, ancora nel cerchio dell'avarizia, ma vi salivano. E Dante pen-
sava sempre, e Virgilio gli dichiara il sogno dicendo che quell'an-
tica strega è quella
che sola sopra noi omai si piagne.
Dunque è l'avarizia, gola, lussuria, che formano insieme col pec-
cato punito nello Stige, che cosa? L'incontinenza.
Ora questa antica strega è solo quei tre peccati? Se è l'inconti-
nenza, ha da comprendere anche quel quarto, duplice, a quel che
pare, di color cui vinse l'ira e di coloro che furono tristi. Ha da
comprendere; ma comprende? E sì, comprende. La femmina è
balba. I fitti nel fango non possono dire il loro inno con parola in-
tegra, e lo gorgogliano nella strozza. Perchè? Perchè, dice Grego-
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rio Nysseno , c'è la tristizia che tronca la voce e si chiama acci-
dia. Questi fitti nel fango, che del resto portarono dentro accidio-
so fummo, sono tristi e hanno tronche le parole. Ora anche le altre
particolarità della femmina, sono consonanti a questa. È balba,
cioè non ha la voce integra; e così non ha integra la vista, perchè
è guercia; nè integro il moto, chè è distorta sopra i piedi, nè il ge-
sto, chè ha le man monche, nè il colore e il calore, chè è scialba e
intirizzata. Non può nè parlare nè vedere nè camminare nè far
nulla; e non vive. Di più ha il volto smarrito, come dire, triste o
spaurito. Ognun vede che è proprio l'accidia. O come dunque è
l'incontinenza che si piange nei tre cerchi superiori?
La lingua si scioglie, il volto si colora, ed ella canta, ed ella è
dolce sirena. Da accidia diventa concupiscenza. Or ognuno vede
ancora che la balbuzie e tutto il resto sono gli effetti dell'inconti-
nenza triplice di concupiscibile. Il pallore può essere effetto sì di
lussuria e sì di gola e d'avarizia, e così l'impedimento della lingua
261 Summa 1a 2ae 30, 8.
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