Page 90 - Poemi del Risorgimento
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Appena giunto era nell'aula: un tuono
                                            rimbombò, subito, ed un lampo insieme
                                            illuminò per l'aula le criniere
                                            fulve e le barbe e le dense aste e l'azze
                                            razzanti, e il re. Li scosse e impietrò tutti,
                                            ed il palagio con un lungo rombo
                                            scrollò. - Del re breve la vita e il regno!
                                            Duca Agilulf, diremo noi tra breve
                                            te re. - Queste parole e' le nascose
                                            nel cuore, il duca, e ne ronzava il cuore
                                            profondo. Ma non volsero molti anni:
                                            furono vere. Né, concordi, a grida
                                            sonore i duchi porsero a lui l'asta,
                                            a lui dicendo di regnar su loro;
                                            ma la regina fu che il regno e un colmo
                                            calice, prima a fior di labbro attinto,
                                            offerse a lui di rosso italo puro
                                            vino, e gli disse: «Generose genti
                                            come codesto vino vendemmiato,
                                            Re Agilulf, su colli che il sole ama,
                                            tu reggerai; ma l'arte dell'impero
                                            è presso loro, e tu da lor l'apprendi.»
                                            Fecero quindi un tempio. Era, sull'alba
                                            dei secoli, uno errante nel deserto.
                                            «Fate le vie» gridava, «e le spargete
                                            di palme: l'Aspettato è per venire!»
                                            Fecero a lui di marmo un tempio, e dono
                                            posero, in esso una corona d'oro
                                            fulgida, cui cingesse l'aspettato,
                                            il re d'Italia ch'era omai per via.
                                            Ma l'oro puro intorno inanellato
                                            era di ferro, che già ferreo chiodo
                                            fu della croce. - Oh! come tutto è vero!



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