Page 74 - Poemi del Risorgimento
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egli che già non obliò nel sonno
le bronzee file della forte Alauda,
pensa all'imperio, a Cesare, ai trionfi.
Noi non l'imperio, non i cortei lunghi
di quei trionfi a te chiediamo. Un'Ara
abbiamo, e noi, di Pace, eretta, o Flora.
I fiori dà color di sangue ogni anno
(solo nei fiori tu il color di sangue
lodi e nel casto viso di fanciulle:
miele, olio, vino, o Flora, ami; non sangue),
dà le memori foglie dell'acanto
per adornar quest'ara. Alto nel mezzo
noi collocammo in una vampa d'oro
chi la portò; questa concordia augusta.
E quanti ancora col lor sangue, eccelsi
spiriti, questa pace e questa patria
fecero a noi, là stanno. E sono, o Flora,
la messe tua che cade sì, ma sempre
nuova nei lunghi secoli germoglia.
IL PRIMO COLLE E I PRIMI PASTORI
Certo è che vive in questa terra occulto
qualche portento, e sì, nel monte, dove
Roma quadrata germinò dal solco.
Pastori un tempo (luce ed ombra incerte
vi si spargean sotto la falce d'oro)
erano là coi rastri. Era la gloria
vanita già di Roma, era d'Apollo
sparito il tempio. Tutto il sacro colle
tenean le infrante vecchie pietre ingombro.
Cespi d'acanto, nuove polle uscenti
da qualche ceppa d'albero che appena
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