Page 73 - Poemi del Risorgimento
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Alle mammelle opime della Terra
                                            sugga una prole più gagliarda il latte
                                            e insiem col latte la virtù romana;
                                            ed ogni mare solchi ed ogni terra
                                            calchi, anche il cielo navighi, sembrando
                                            candidi stormi di canori cigni.
                                            La tua città non lasciar più che cinta
                                            sia di deserti e verdi acque muggenti
                                            del torvo bue selvaggio che vi guazza.
                                            Riguarda quei villaggi di capanne,
                                            quelle capanne squallide di stoppia,
                                            o Flora! Dunque non distrusse il fuoco
                                            de' primi dì tutti i tuguri? Dunque
                                            non toccò tutti gli uomini il Diritto
                                            con la sua verga? Guarda: sono schiavi,
                                            sotto le bestie! Rendi a quei meschini,
                                            o Flora, il suo; liberatrice abbraccia
                                            quelli spogliati; e per sé solo, o Flora,
                                            raccolga chi le seminò, le messi,
                                            come allorquando si lasciava a mezzo
                                            solco l'aratro e s'assumeano i fasci.
                                            Rinnova l'arte antica, cingi al capo
                                            l'antico serto e fa che mai non cada
                                            l'inno di gloria che beò l'Italia.
                                            Sian, per i colli, glauchi olivi e verdi
                                            viti, e di spighe rigogliose ondeggi
                                            la valle immensa. E fiacchino la forza
                                            del vento e il nembo struggitor le selve
                                            veglianti a guardia sul cigliar dei monti.
                                            Il Rubicone, ecco, già bianchi ammira
                                            enormi tori. Egli che vede andare
                                            per la campagna tante paia e vede
                                            da dieci bovi tratto un solo aratro,



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