Page 96 - Primi poemetti
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brecce di ville borghi città, drago
addormentato dal cantar del mare,
la Marecchia argentina. E quando pago
fui della vista, mi rivolsi e, nero
come uno scoglio per un roseo lago,
nero sopra un trascolorar leggiero
di tutto il cielo, come un’ombra netta,
nero e fermo lassù come un mistero,
l’asino vidi con la sua carretta.
II
Non altro? No. Da non so qual pendice
veniva un canto di vendemmiatore,
veniva un canto di vendemmiatrice:
veniva or sì, or no, tra lo stridore
delle ruote. Sentii queste parole:
- E m’hanno detto ch’è morto l’amore... -
Io, sole queste; ma non queste sole
l’asino che lassù stava, annerando
dentro il morire fulgido del sole.
Pur non vibrava, vidi, a quando a quando
l’orecchie della lunga ombra per quello
stornellamento così lungo e blando;
sì le volgeva appena a un ritornello
or chiaro come d’anelante piva,
or aspro come d’avido succhiello...
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