Page 95 - Primi poemetti
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apresi nella grande ombra che tace,
sia che già tema, sia che sempre agogni!
Piansi, non piango: io dormirò: sia pace!»
IV
E velò gli occhi il pallido eremita.
Ed ecco gli fluìa per i precordi
il dolce sonno della stanca vita;
quando riscosso (egli scendeva a fior di
grandi acque mute su labile nave)
gridò: «Signore, fa ch’io mi ricordi!
Dio, fa che sogni! Nulla è più soave,
Dio, che la fine del dolor; ma molto
duole obliarlo; ché gettare è grave
il fior che solo odora quando è colto».
L’ASINO
I
L’asino... Parmi adesso: era una sera
d’ottobre, nella strada di Sogliano.
Cigolava per l’erta la corriera.
E io guardavo dietro me, nel piano,
dove San Mauro mio già non appare
- oh! mio nido di lodola tra il grano! -
dove tra il verde luccica, e tra chiare
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