Page 90 - Primi poemetti
P. 90
«Forse la tocchi, o cavaliere errante!»
«Forse... E non la vedrò?» «Non la vedrai».
«Oh!» «Tale è l’arte dell’oscuro Atlante:
non è, la vedi: è, non la vedi». «E, mai...?»
«Ma sì: se leggi in questo libro tante
rapide righe». «E dicono...?» «S’ignora:
chi lesse, tacque, o cavaliere errante!»
«Se leggo...» «Sai: l’incanto è rotto». «Allora?»
«La vedrai». «Su l’istante?» «In quell’istante!»
«E il castello?» «Nell’ombra esso vapora».
«Ed è?...» «La Vita, o cavaliere errante!»
IL CIECO
I
Chi l’udì prima piangere? Fu l’alba.
Egli piangeva; e, per udirlo, ascese
qualche ramarro per una vitalba.
E stettero, per breve ora, sospese
su quel capo due grandi aquile fosche.
Presso era un cane, con le zampe tese
all’aria, morto: tra un ronzìo di mosche.
II
«Donde venni non so; né dove io vada
saper m’è dato. Il filo del pensiero
82