Page 93 - Primi poemetti
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VIII
Chi che tu sia, che non vedo io, che vedi
me, parla dunque: dove sono? Io voglio
cansar l’abisso che mi sento ai piedi...
di fronte? a tergo? Parlami. Il gorgoglio
n’odo incessante; e d’ogni intorno pare
che venga; ed io qui sto, come uno scoglio,
tra un nero immenso fluttuar di mare».
IX
Così piangeva: e l’aurea sera nelle
rughe gli ardea del viso; e la rugiada
sopra il suo capo piovvero le stelle.
Ed egli stava, irresoluto, a bada
del nullo abisso, e gli occhi intorno, pieni
d’oblìo, volgeva; fin ch’ - io so la strada -
una, la Morte, gli sussurrò - vieni! -
L’EREMITA
I
Pregava all’alba il pallido eremita:
«Dio, non negare il sale alla mia mensa,
non negare il dolore alla mia vita.
Ma del dolore che quaggiù dispensa
la tua celeste provvidenza buona,
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