Page 100 - Primi poemetti
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póntano sopra il lastrico del mare.



                         Il cigno canta; e lentamente il cielo

                         sfuma nel buio, e si colora in giallo;

                         spunta una luce verde a stelo a stelo.



                         Come arpe qua e là tocche, il metallo

                         di quella voce tìntina; già sfiora

                         la verde luce i picchi di cristallo.



                         E nella notte, che ne trascolora,

                         un immenso iridato arco sfavilla,
                         e i portici profondi apre l’aurora.




                         L’arco verde e vermiglio arde, zampilla,
                         a frecce, a fasci; e poi palpita, frana

                         tacitamente, e riascende e brilla.



                         Col suono d’un rintocco di campana

                         che squilli ultimo, il cigno agita l’ale:

                         l’ale grandi grandi apre, e s’allontana



                         candido, nella luce boreale.







                                                IL FOCOLARE




                                                            I




                         È notte. Un lampo ad or ad or s’effonde,
                         e rileva in un gran soffio di neve

                         gente che va né dove sa né donde.



                         Vanno. Via via l’immensa ombra li beve.

                         E quale è solo e quale tien per mano


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