Page 104 - Primi poemetti
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I DUE ORFANI




                                                            I




                         «Fratello, ti do noia ora, se parlo?»
                         «Parla: non posso prender sonno». «Io sento

                         rodere, appena...» «Sarà forse un tarlo...»



                         «Fratello, l’hai sentito ora un lamento

                         lungo, nel buio?» «Sarà forse un cane...»

                         «C’è gente all’uscio...» «Sarà forse il vento...»



                         «Odo due voci piane piane piane...»

                         «Forse è la pioggia che vien giù bel bello».
                         «Senti quei tocchi?» «Sono le campane».




                         «Suonano a morto? suonano a martello?»
                         «Forse...» «Ho paura...» «Anch’io». «Credo che tuoni:

                         come faremo?» «Non lo so, fratello:




                         stammi vicino: stiamo in pace: buoni».



                                                           II




                         «Io parlo ancora, se tu sei contento.

                         Ricordi, quando per la serratura

                         veniva lume?» «Ed ora il lume è spento».



                         «Anche a que’ tempi noi s’aveva paura:

                         sì, ma non tanta». «Or nulla ci conforta,
                         e siamo soli nella notte oscura».




                         «Essa era là, di là di quella porta;
                         e se n’udiva un mormorìo fugace,

                         di quando in quando». «Ed or la mamma è morta».


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