Page 107 - Primi poemetti
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Erano un bosco. E ne cadean già nere
le olive, e l’olio avrebbe empito i coppi.
Castagne, grano, vino, olio... un podere,
lì, gli garbava. C’era anche la fonte
a cui menare le sue bestie a bere.
Oh! c’era bello, lì tra piano e monte,
lì tra il fiume il torrente il torrentello,
e con la Pania cerula di fronte!
Bello, sì, ma il suo nido era più bello.
Bevve alla fonte e seguitò la strada,
e vide il fiume e il ponte lungo e snello.
Non lo passò: svoltò per la contrada
dell’Arsenale e di Mologno, dove
si facea la sua lancia e la sua spada.
Era ancora prestino, eran le nove
forse, e il mattino era di rose e d’oro,
quando in suo cuore esclamò Nando: Piove!
E non pioveva; ma s’udìa sonoro
un cader d’acqua. Un casolare basso
c’era, coperto d’ellera e d’alloro.
Vi scese, udendo ad or ad or fracasso
di ferro in mezzo al murmure incessante
dell’acqua, e il maglio rimbombar sul tasso.
Parea soffiare il vento tra le piante
d’una foresta. Entrò guardando al fioco
lume. E rosso gli apparve, ecco, un gigante
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