Page 84 - Primi poemetti
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che regnano oltre il breve suon del moto

                         vostro e il fragore della vostra guerra,
                         ronzio d’un’ape dentro il bugno vuoto.




                         Uomini, pace! Nella prona terra
                         troppo è il mistero; e solo chi procaccia

                         d’aver fratelli in suo timor, non erra.




                         Pace, fratelli! e fate che le braccia
                         ch’ora o poi tenderete ai più vicini,

                         non sappiano la lotta e la minaccia.



                         E buoni veda voi dormir nei lini

                         placidi e bianchi, quando non intesa,

                         quando non vista, sopra voi si chini



                         la Morte con la sua lampada accesa.







                                              NELLA NEBBIA




                         E guardai nella valle: era sparito
                         tutto! sommerso! Era un gran mare piano,

                         grigio, senz’onde, senza lidi, unito.



                         E c’era appena, qua e là, lo strano

                         vocìo di gridi piccoli e selvaggi:

                         uccelli spersi per quel mondo vano.



                         E alto, in cielo, scheletri di faggi,

                         come sospesi, e sogni di rovine
                         e di silenzïosi eremitaggi.




                         Ed un cane uggiolava senza fine,

                         né seppi donde, forse a certe péste


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