Page 60 - Primi poemetti
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I
...Viola!... Violetta!...
Non la vedi costì? C’è da stamani.
Ce l’ha lasciata il caro zio. L’accétta!
La piglia su, domani, oggi, a due mani,
e picchia giù. Dove ella picchia, guai
a quei frassini! tristi quelli ontani!
e quei castagni! Non credevi mai,
Violetta? Lo credo! Ero il più grande!
Sono il più vecchio. Ella è per me: vedrai.
Si sa: la quercia deve dar le ghiande,
e il fico i fichi, ed il castagno i cardi.
Vivande, noi; solo il rosaio, ghirlande!
E i cardi son più pochi, ora, e se guardi,
non son più pieni, ch’io non ho più forza.
Io ho la lupa. Ho messo poco e tardi.
Il vecchio re sente impassir la scorza!
II
E mi ricordo ch’ero il più piccino
del branco, quando venni qua; di tutto
quello d’allora. Io, sai, nacqui a bacino,
di là del Rio. Di là crescevo sdutto,
lungo, con molta frasca e molte polle.
All’ombra, messa tanta e poco frutto!
Qui, posto al sole, in cima in cima al colle,
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