Page 61 - Primi poemetti
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mi dava noia, i primi anni, l’asprura.
Bramavo quel bel fresco, quel bel molle.
Ma poi con gli anni feci tiglia dura,
e il sole amai, che vaporava il fiato
nella florida mia capellatura.
A un fin di verno, un uomo col pennato
mi cuccò tutto per filo e per segno!
E io restai pulito e dicapato,
con due mazzette tra la buccia e il legno.
III
Vedi i due rami dalle mille vette,
anzi il doppio grande albero che porto
sul tronco? Sono quelle due mazzette.
Ché venne aprile, e io sentiva, assòrto,
dalle mie fibre risalire il succhio
cercando in alto ciò che m’era morto:
ciò che non era, là di lì, che un mucchio
di verghe dalla lunga acqua percosse,
cui s’attorceva l’ellera e il vilucchio.
Ma io sognava tuttavia che fosse
sopra il mio fusto, e che mettesse i fiocchi
verdicci dalle sue vermelle rosse.
Io mi spingeva tutto verso gli occhi
che non avevo; io mi gettava verso
il mio passato. C’era quei due brocchi.
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