Page 55 - Primi poemetti
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dell’uscio: aspetta. Ella non venne più.






                                        LA QUERCIA CADUTA




                         Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande

                         morta, né più coi turbini tenzona.

                         La gente dice: Or vedo: era pur grande!



                         Pendono qua e là dalla corona

                         i nidietti della primavera.
                         Dice la gente: Or vedo: era pur buona!




                         Ognuno loda, ognuno taglia. A sera

                         ognuno col suo grave fascio va.
                         Nell’aria, un pianto... d’una capinera




                         che cerca il nido che non troverà.





                                                L’AQUILONE




                         C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
                         anzi d’antico: io vivo altrove, e sento

                         che sono intorno nate le viole.



                         Son nate nella selva del convento

                         dei cappuccini, tra le morte foglie

                         che al ceppo delle quercie agita il vento.



                         Si respira una dolce aria che scioglie

                         le dure zolle, e visita le chiese

                         di campagna, ch’erbose hanno le soglie:



                         un’aria d’altro luogo e d’altro mese



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