Page 54 - Primi poemetti
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di bianco lino, come lei, vestite;

                         nelle pallide conche d’alabastro
                         portando accese le lor dolci vite;




                         passando, sì che in breve erano un nastro
                         bianco, ondeggiante, a un alito, pian piano,

                         nel cielo azzurro tra la terra e un astro;




                         passando, come gli Ave a grano a grano
                         d’una corona. E le dicean parole

                         di sotto il giglio che teneano in mano.



                         Aveva ognuna, su le bianche stole,

                         l’orma di sangue della sua tortura.

                         Anch’ella, al cuore. Le dicean: «Non duole».



                         Era, la prima d’esse, Ursula pura,

                         lassù, che tuttavia lampade accese
                         splendeano in fila per la terra oscura.




                         Le vergini non tutte erano ascese.

                         Quella picchiò tre volte con lo stelo
                         del giglio. E in terra Suor Virginia intese




                         quei colpettini al grande uscio del cielo.



                                                           VI




                         Tum tum... - Di là, con tutto quel gran cielo

                         alla finestra, oh! trema come foglia

                         secca che prilla intorno a un ragnatelo,



                         la bimba, e bussa, e par ch’ora, sì, voglia

                         dirglielo: Madre, c’è uno laggiù:
                         chiuda! E volge gli aperti occhi alla soglia



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