Page 49 - Primi poemetti
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l’alito ignoto spande di sua vita.




                                                           III



                         «Maria!» «Rachele!» Un poco più le mani

                         si premono. In quell’ora hanno veduto

                         la fanciullezza, i cari anni lontani.



                         Memorie (l’una sa dell’altra al muto

                         premere) dolci, come è tristo e pio

                         il lontanar d’un ultimo saluto!



                         «Maria!» «Rachele!» Questa piange, «Addio!»

                         dice tra sé, poi volta la parola
                         grave a Maria, ma i neri occhi no: «Io,»




                         mormora, «sì: sentii quel fiore. Sola
                         ero con le cetonie verdi. Il vento

                         portava odor di rose e di viole a



                         ciocche. Nel cuore, il languido fermento

                         d’un sogno che notturno arse e che s’era

                         all’alba, nell’ignara anima, spento.



                         Maria, ricordo quella grave sera.

                         L’aria soffiava luce di baleni

                         silenzïosi. M’inoltrai leggiera,



                         cauta, su per i molli terrapieni

                         erbosi. I piedi mi tenea la folta

                         erba. Sorridi? E dirmi sentia: Vieni!



                         Vieni! E fu molta la dolcezza! molta!

                         tanta, che, vedi... (l’altra lo stupore
                         alza degli occhi, e vede ora, ed ascolta



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