Page 47 - Primi poemetti
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DIGITALE PURPUREA




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                         Siedono. L’una guarda l’altra. L’una
                         esile e bionda, semplice di vesti

                         e di sguardi; ma l’altra, esile e bruna,



                         l’altra... I due occhi semplici e modesti

                         fissano gli altri due ch’ardono. «E mai

                         non ci tornasti?» «Mai!» «Non le vedesti



                         più?» «Non più, cara.» «Io sì: ci ritornai;

                         e le rividi le mie bianche suore,
                         e li rivissi i dolci anni che sai;




                         quei piccoli anni così dolci al cuore...»
                         L’altra sorrise. «E di’: non lo ricordi

                         quell’orto chiuso? i rovi con le more?




                         i ginepri tra cui zirlano i tordi?
                         i bussi amari? quel segreto canto

                         misterioso, con quel fiore, fior di...?»




                         «morte: sì, cara». «Ed era vero? Tanto
                         io ci credeva che non mai, Rachele,

                         sarei passata al triste fiore accanto.



                         Ché si diceva: il fiore ha come un miele

                         che inebria l’aria; un suo vapor che bagna

                         l’anima d’un oblìo dolce e crudele.



                         Oh! quel convento in mezzo alla montagna

                         cerulea!» Maria parla: una mano
                         posa su quella della sua compagna;



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