Page 42 - Primi poemetti
P. 42
di spaccapietre, il martellar de’ picchi.
II
Ma no: dib dib: è il passero. Ricopre
la nebbia i campi, dove è dall’aurora
de’ bovi il muglio e il viavai dell’opre.
Fuma la terra, fuma il cielo; ancora
fuma il camino e, tra le tamerici,
fuma il letame e grave oggi vapora.
Vaniscono laggiù le zappatrici;
di qua l’aratro emerge per incanto,
tra un pigolìo di passeri mendici.
Ma donde viene chiaro e dolce il canto
or della quaglia? È in fior lo spigo; tondo
s’apre nei campi il fior dell’elïanto.
È sera forse? e dentro il ciel profondo
il crepuscolo indugia? e nel sereno
canta la quaglia di tra il grano biondo?
E pieno il prato è già di trilli, e pieno
il grano è già di lucciole, e su l’aie
bianche s’esala il buon odor del fieno.
E no, ch’è l’alba: è sotto le grondaie
tutto un ciarlare. Sono intorno al nido
le rondinelle garrule massaie.
La casa dorme. Niuno ancor nel fido
bricco il caffè, nemico al sonno, infuse.
34