Page 41 - Primi poemetti
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LA CALANDRA
I
Galleggia in alto un cinguettìo canoro.
È la calandra, immobile nel sole
meridïano, come un punto d’oro.
E le sue voci pullulano sole
dal cielo azzurro, quando è per tacere
la romanella delle risaiole;
e non più tintinnìo di sonagliere
s’ode passare per le vie lontane;
ché già desina all’ombra il carrettiere.
Né più cicale, né più rauche rane,
non un fil d’aria, non un frullo d’ale:
unica, in tutto il cielo, essa rimane.
Rimane e canta; ed il suo canto è quale
di tutto un bosco, di tutto un mattino;
vario così com’iride d’opale.
Canta; e tu n’odi il lungo mattutino
grido del merlo; e tu senti un odore
acuto di ginepro e di sapino,
senti un odore d’ombra e d’umidore,
di foglie, di corteccia e di rugiada;
un fragrar di corbezzole e di more.
Vai per un bosco e senti, ove tu vada,
quei fischi uscir più liquidi e più ricchi;
poi, come colpi da remota strada
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