Page 39 - Primi poemetti
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L’ALBERGO




                         Qual ne corse parola oggi per l’aria,
                         alata? Soli, a due, quindi a branchetti,

                         a stormi, nella macchia solitaria



                         giungono muti i passeri, dai tetti

                         neri tra i salci, dalla chiesa nera

                         tra i pampani, dai borghi al monte stretti



                         per non cadere. È limpida la sera:

                         segnano i boschi un bruno orlo sottile
                         su le montagne, una sottil criniera.




                         Non garrirà di passeri il cortile,
                         e salutando con le squille sole

                         vaporerà nell’ombra il campanile!




                         Non i loquaci spettator che suole,
                         avrà sui merli il volo de’ rondoni

                         (uno svolìo di moscerini al sole




                         par di lontano sopra i torrïoni
                         del castellaccio); e assorderà le mura

                         mute il lor grido, e i muti erbosi sproni!



                         Giungono sempre nella macchia oscura;

                         frullano, entrano, affondano in un pino:

                         nel pino solo in mezzo alla radura.



                         Pende un silenzio tremulo, opalino,

                         su la radura: dondolano appena
                         le cavallette il lor campanellino.




                         Ed ecco nella queta aria serena



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