Page 48 - Primi poemetti
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e l’una e l’altra guardano lontano.



                                                           II




                               Vedono. Sorge nell’azzurro intenso

                         del ciel di maggio il loro monastero,
                         pieno di litanie, pieno d’incenso.




                         Vedono; e si profuma il lor pensiero
                         d’odor di rose e di viole a ciocche,

                         di sentor d’innocenza e di mistero.




                         E negli orecchi ronzano, alle bocche
                         salgono melodie, dimenticate,

                         là, da tastiere appena appena tocche...



                         Oh! quale vi sorrise oggi, alle grate,

                         ospite caro? onde più rosse e liete

                         tornaste alle sonanti camerate



                         oggi: ed oggi, più alto, Ave, ripete,

                         Ave Maria, la vostra voce in coro;

                         e poi d’un tratto (perché mai?) piangete...



                         Piangono, un poco, nel tramonto d’oro,

                         senza perché. Quante fanciulle sono
                         nell’orto, bianco qua e là di loro!




                         Bianco e ciarliero. Ad or ad or, col suono
                         di vele al vento, vengono. Rimane

                         qualcuna, e legge in un suo libro buono.




                         In disparte da loro agili e sane,
                         una spiga di fiori, anzi di dita

                         spruzzolate di sangue, dita umane,



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