Page 27 - Primi poemetti
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IL VISCHIO




                                                            I




                         Non li ricordi più, dunque, i mattini
                         meravigliosi? Nuvole a’ nostri occhi,

                         rosee di peschi, bianche di susini,



                         parvero: un’aria pendula di fiocchi,

                         o bianchi o rosa, o l’uno e l’altro: meli,

                         floridi peri, gracili albicocchi.



                         Tale quell’orto ci apparì tra i veli

                         del nostro pianto, e tenne in sé riflessa
                         per giorni un’improvvisa alba dei cieli.




                         Era, sai, la speranza e la promessa,
                         quella; ma l’ape da’ suoi bugni uscita

                         pasceva già l’illusïone; ond’essa




                         fa, come io faccio, il miele di sua vita.



                                                           II




                         Una nube, una pioggia... a poco a poco
                         tornò l’inverno; e noi sentimmo, chiusi

                         per lunghi giorni, brontolare il fuoco.



                         Sparvero i bianchi e rossi alberi, infusi

                         dentro il nebbione; e per il cielo smorto

                         era un assiduo sibilo di fusi;



                         e piovve e piovve. Il sole (onde mai sorto?)

                         brillò di nuovo al suon delle campane:

                         tutto era verde, verde era quell’orto.


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