Page 29 - Primi poemetti
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albero infermo della tua salute,
                         albero che non hai gemme fiorite,

                         albero che non vedi ali cadute;



                         albero morto, che non curi il mite

                         soffio che reca il polline, né il fischio

                         del nembo che flagella aspro la vite...



                         ah! sono in te le radiche del vischio!




                                                           V



                         Qual vento d’odio ti portò, qual forza

                         cieca o nemica t’inserì quel molle

                         piccolo seme nella dura scorza?



                         Tu non sapevi o non credevi: ei volle:

                         ti solcò tutto con sue verdi vene,

                         fimo si fece delle tue midolle!



                         E tu languivi; e la bellezza e il bene

                         t’uscìa di mente, né pulsar più fuori
                         gemme sentivi di tra il tuo lichene.




                         E crebbe e vinse; e tutti i tuoi colori,
                         tutte le tue soavità, col suco

                         de’ tuoi pomi e il profumo de’ tuoi fiori,



                         sono una perla pallida di muco.




                                                           VI




                         Due anime in te sono, albero. Senti
                         più la lor pugna, quando mai t’affisi



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