Page 32 - Primi poemetti
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spazio, il vitello, e trae dalle profonde

                         fauci un muglio arrotato, agro, di toro.



                         Una giovenca lontana risponde.




                                                           III



                         Dunque, Nelly, rimeni oggi un torello:

                         savio, però, che sempre ha te di fronte

                         con nella mano il grande albero snello.



                         Arrivi a Castelvecchio, alla sua fonte

                         nuova, perenne, a cui vengono in fila

                         le gravi mucche nel calar dal monte.



                         Queste, da un canto, alla marmorea pila

                         succhiano l’acqua; e quando alzano il collo,
                         l’acqua dalle narici nere fila.




                         Dall’altro, suona, empiendosi al rampollo
                         vivo, la secchia: una fanciulla aspetta

                         con sui riccioli bruni il suo corollo.




                         A questa fonte, o Nelly, ora s’affretta
                         il tuo torello, a bere: dalla piena

                         conca l’acqua discende alla cunetta,



                         così ch’ell’ha come un pulsar di vena.

                         Egli guarda coi grossi occhi, né beve;

                         ché dentro l’acqua che si muove appena,



                         vede un coltello azzurro ondeggiar lieve...











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