Page 23 - Primi poemetti
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III




                         La madre era su l’uscio, poi che intese
                         un parlottare ed uno scalpicciare

                         tra la confusa romba delle chiese.



                         Ed un lampo alitò sul casolare,

                         e bianche bianche illuminò le strade;

                         e il capoccio ella udì dal limitare,



                         che diceva: «La festa il dì che cade!»






                                                   LA NOTTE




                                                            I




                         Nella notte scrosciò, venne dirotta

                         la pioggia, a striscie stridule infinite;
                         e il tuono rotolò da grotta a grotta.




                         Egli, il capoccio, avvolto nel suo mite
                         tacito sonno, non udiva. Udiva

                         nascere l’erba. Vide le pipite



                         verdi. Il grano sfronzò, quindi accestiva.

                         Nevicava, in suo sogno, a fiocco a fiocco:

                         candido il monte, candida la riva.



                         No: quel bianco era fiori d’albicocco

                         e di susino, e l’ape uscìa dal bugno

                         ronzando, e il grano già facea lo stocco:



                         Anzi graniva; ch’era già di giugno.

                         La cicala friniva su gli ornelli.


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