Page 30 - Poemii italici
P. 30
Ma il poverello: “È frate Lupo, un lupo
ch’era omicida pessimo, e la terra
gli era nemica; ma gli accattai grazia
e feci dar le spese, ch’io sapeva
che tutto il male lo facea per fame”.
Così dicendo il poverello, il lupo
chiuse la bocca che teneva aperta
per anelare, e mosse un po’ la coda.
E per la via moveano i due più oltre.
E la campagna piena era d’uccelli
lieti del sole; e il poverello disse:
“Frate Leone, nella via m’aspetta
tanto che un poco io predichi a gli uccelli”.
Entrò nel campo, e cominciò da quelli
ch’erano in terra; e subito a lui tutta
venne la moltitudine infinita
che v’era, di su gli alberi; ed insieme
coglieano il frutto delle sue parole,
aprendo i becchi, distendendo i colli,
movendo l’alie; e quando fine e’ pose,
in schiera su frullarono cantando.
E per la via moveano i due più oltre.
Ed un mendico venne loro incontro
e chiese loro carità d’un pane
per Dio; ma il poverello nella tasca
non avea pane, e n’era assai dolente.
Ma un libro avea, ch’era il sol che avesse,
ed e’ lo prese dalla tasca, e diello
all’uom digiuno, e: “To’” gli disse “e vendi
questo a chi voglia, poi ch’a me non giova:
e compra pane, e Dio ringrazia e loda”.
E questi prese il libricciolo e corse
verso una terra, per mutarlo in pane.
E ‘l libro era il Vangelo di Gesù.
26