Page 25 - Poemii italici
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l’uomo la vide! Ella sedeva in riva
d’un ruscel fresco, presso un sicomoro.
L’acqua gemeva, l’albero stormiva.
E delle stelle aperte era la bella
sola. Il suo florido alito lontano
giungeva all’aspra terra, alla sorella.
Alla fanciulla, le cadea dagli occhi
dentro il ruscello il pianto. Ed una mano
tenea sul petto e il capo sui ginocchi.
Erano i suoi sospiri che le fronde
facean brusire, e le lagrime amare
facean or sì or no risonar l’onde.
Come era grande, il suo dolore, e grave!
Ma ella lo sentiva tramutare
in un accordo tinnulo e soave.
Ella piangea l’aurora senza giorno,
ella piangea l’amore senz’amore,
e la felicità senza ritorno.
Piangeva sotto il sicomoro, in riva
del bel ruscello. Al grande suo dolore
l’acqua cantava, l’albero brusiva.
Soltanto luce ed ombra era a mirarla,
e la sua voce era esile, di morta,
di morta quando torna in sogno, e parla.
Apriva un po’ le palpebre come ali
d’una farfalla, un po’ la bocca smorta:
salice... salice... salice...
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