Page 20 - Poemii italici
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CANTO SECONDO






                                                              I



                                  La Parvoletta volse gli occhi muta
                                 alle sue stelle. Erano nuove ancora,

                                    ancora ansanti della lor venuta:



                                   come quand’ella dirigea la prora
                          tra queste e quelle, stando presso al bianco

                               timonier cauto che attendea l’aurora;



                             o quando sola era a vegliar tra il branco
                                   ed i pastori: ella sentìa crosciare

                               le foglie secche ad un mutar di fianco.



                                      Sola vegliava la crepuscolare
                                  pia fanciulletta sulla terra oscura,

                                       soletta sull’irrequieto mare.



                                  Mirava in alto, alta gentile e pura.
                                 Ed era pieno anche lassù d’erranti,

                                  navi sull’onde, greggi alla pastura;



                                      di lenti carri, d’uomini giganti,
                                  pieno di draghi, pieno di chimere;

                                    e risonava anche lassù di pianti.



                                   Vedeva dietro sartie nere o nere
                               quercie passare il cielo a poco a poco.

                                Nascean le stelle al puro suo vedere.



                             Poi si spegneano come in terra il fuoco.
                                Raggiava allora qualche striscia viva

                                 come gli stami dentro fior di croco.



                                      Era l’eternamente fuggitiva...



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