Page 16 - Poemii italici
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Assisa a piè...” Rise, e piantò nel cielo
della sua stanza due pupille fisse.
Pensava a un roseo fiore senza stelo...
Poi sbadigliò, poi chiuse pari pari
gli occhi, e nella dolcezza di quell’ora
dormì, sbuffando il sonno dalle nari.
Quegli stridori come d’aspra sega
stupì la Lira risonante ancora
del cilestrino tremolìo di Vega;
e sobbalzò dall’angolo solingo
il clavicembalo, e ronzava a lungo...
CANTO PRIMO
I.
E si levò la Parvoletta in pianto.
Piangea, la povera anima, e mirava
il suo fratello rauco gramo franto...
“Se tu crescesti, se, qual ero, io resto,
piccola, perché farne la tua schiava,
di me che nacqui, tu lo sai, più presto?”
Piangea la semplice anima fanciulla:
“Sono più grande! Quando tu, smarrito
del mondo immenso, pigolavi in culla,
io era là, tra l’ombre mute e sole,
fui io che il tenero umido tuo dito
guidai ver’ gli occhi di tua madre e il sole!
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